lunedì 22 giugno 2015

DIFFICOLTA’ EDUCATIVE

Cosa fare in caso di difficoltà educative nei bambini?

Risponde l'esperto: Dott.ssa Nicoletta Baldacci  Psicologa e Psicoterapeuta ad orientamento cognitivo-comportamentale.

Ritengo importante focalizzare l’attenzione sulle più comuni difficoltà educative riferite dai genitori o dagli insegnanti, che emergono nella mia esperienza clinica ambulatoriale. La proposta di un elenco (riportato di seguito) relativo alle più frequenti difficoltà educative, ha come obiettivo una maggiore presa di consapevolezza e la facilitazione di uno stile educativo più appropriato per il raggiungimento delle acquisizioni legate alla capacità di autoregolazione delle emozioni, richieste ai bambini. In sintesi vengono di seguito riportati gli atteggiamenti disfunzionali in ambito educativo con le conseguenti indicazioni:   


  1. focalizzare l’attenzione sui comportamenti disfunzionali o problematici che il bambino attiva, esprimendo un atteggiamento punitivo o critico. Accade frequentemente che l’attenzione, anche se manifestata attraverso il rimprovero, sia rinforzante per il bambino seppure riesca ad attirarla attraverso un comportamento inadeguato e che ciò tenderebbe ad aumentare la frequenza degli stessi. E’ fondamentale, invece, orientare l’attenzione positiva verso il comportamento funzionale o l’alternativa più positiva rispetto al comportamento problematico che il bambino di solito attiva. Abituiamoci, inoltre, a verbalizzare l’attenzione positiva rendendola descrittiva, in modo che sia chiaro al bambino per cosa venga rinforzato.
  2. ritenere scontati i comportamenti funzionali (“hai fatto ciò che è tuo dovere fare”) e non meritevoli di attenzione. E’ importante, invece, premiare i comportamenti funzionali in modo contingente, ovvero nell’immediatezza della loro emissione;
  3. richiedere la calma da parte del bambino, adottando un comportamento aggressivo con lui o con il partner in presenza del bambino. E’ importante, invece, parlare con un tono di voce calmo e rassicurante, mantenendo il contatto visivo, perché aiuta ad autoregolare il comportamento che ci aspettiamo di osservare nel bambino attraverso il “modellamento” (osservazione delle azioni compiute dagli adulti);
  4. adottare uno stile educativo punitivo (eccessive critiche, minacce, punizioni, frequenti divieti) crea conseguenze negative. Il bambino potrebbe imparare a raccontare frequenti bugie come strategia di evitamento delle punizioni; potrebbe peggiorare la qualità della relazione attraverso un atteggiamento oppositivo espresso con rabbia; potrebbe abituarsi in modo rinforzante (es. quando gli alunni, messi in punizione, vengono costretti ad uscire dall’aula e fuori trovano un mondo colmo di interessanti opportunità);
  5. comunicare con il bambino in modo giudicante, ricorrendo ad etichette del tipo “Incapace”, oppure deridendolo o svalutandolo anche in pubblico oltre che in privato con espressioni del tipo “Sei sempre il solito…” “Non riesci mai a risolvere i problemi”. Con queste modalità interattive oltre ad essere influenzata negativamente l’autostima, potrebbe subire un condizionamento  anche il sistema di credenze che il bambino stesso può attivare su di sé in modo disfunzionale, con un  conseguente peggioramento della qualità relazionale.

Per favorire la costruzione di un efficace stile educativo anche di fronte ai bambini più “difficili” è fondamentale cercare di intervenire frequentemente con osservazioni positive nei momenti in cui il comportamento del bambino è adeguato o quando riesce ad attivare una strategia comportamentale più funzionale rispetto a quella frequentemente utilizzata e per la quale riceve i rimproveri.

Diventa necessario utilizzare una quantità di attenzione positiva (lodi, complimenti, apprezzamenti) maggiore rispetto all’attenzione negativa (punizioni, critiche, minacce, rimproveri).

Per ottenere un monitoraggio dello stile d’interazione possiamo annotare su un diario ogni espressione di attenzione positiva e negativa. Questo primo necessario passaggio può aumentare la presa di consapevolezza relativamente alle difficoltà educative predisponendo al miglioramento.


Dott.ssa Nicoletta Baldacci

Psicologa e Psicoterapeuta

ad orientamento cognitivo-comportamentale